Durante la nostra ricerca per attraversare da un lato all’altro l’isola tropicale di Koh Chang, c’imbattiamo in questo imponente relitto abbandonato. Non ci lasciamo scappare l’occasione per farci un giro dentro la nave!
Cottage abbandonati che sbucano come talpe dal terreno, senza vita e senza futuro.
Sulla strada per arrivare a Pai, dopo esserci abbuffati alla grande in un ristorante a pochi chilometri da Chiang Mai, inevitabilmente e senza preavviso sentiamo l’immediato bisogno di chiedere al nostro autista di lasciarci sul bordo della strada.
Pochi giorni prima di affrontare l’ardua impresa della meditazione Vipassana nelle montagne della Thailandia, c’imbattiamo in un edificio governativo adibito a centro di meditazione.
A poche centinaia di chilometri dalla capitale della Tailandia, sotto il sole cocente di mezzogiorno, l’acciao si dilata e le nostre teste si rimpiccioliscono come piccole tsantsa.
Arrivati a Bangkok ci sentivamo come due pesci fuor d’acqua. L’umidità, il caldo, gli odori, i colori, i rumori: tutto era diverso da quello che avevamo provato nei nostri precedenti viaggi.