Il Manicomio di Mombello ha la fama di essere uno dei luoghi più infestati d’Italia. Oggi attraverso il suo racconto ripercorreremo tre secoli di storia italiana e due guerre mondiali.
Villa Pusterla Crivelli Arconati: Dalla Splendida Residenza Nobiliare al Manicomio di Mombello
Costruita nel XIV secolo e trasformata nel XVIII secolo dal conte Giuseppe Angelo Crivelli con l’aiuto dell’architetto Francesco Croce, Villa Pusterla Crivelli Arconati rappresentava un simbolo dell’architettura lombarda settecentesca. Circondata da un magnifico giardino all’italiana, la villa ospitò personaggi illustri come Ferdinando IV e Napoleone Bonaparte. Quest’ultimo la scelse come quartier generale nel 1797.
Dal Fasto Nobiliare alla Sofferenza Psichiatrica
Le sorti della villa cambiano radicalmente nel XIX secolo. Nel 1863, a seguito di un’epidemia di colera, la Provincia di Milano decide di trasformare la dimora in un ospedale psichiatrico per far fronte al sovraffollamento della Senavra, l’antico manicomio cittadino. Nasce così il Manicomio di Mombello, che arriva a ospitare oltre 3000 pazienti, guadagnandosi il titolo di “Colosso dei Manicomi Italiani“. La struttura si estende ben oltre Villa Crivelli, trasformandosi in un vero e proprio villaggio con padiglioni, spazi verdi, laboratori artigianali, un panificio e persino una ferrovia privata.
Gli Anni Bui del Manicomio di Mombello
Nel corso dei decenni, Mombello diventa un simbolo di dolore e reclusione. I pazienti sono divisi in “tranquilli”, “agitati”, “sudici” e “lavoratori”, con solo i più pericolosi rinchiusi in isolamento. Fra i ricoverati famosi, spicca Benito Albino Mussolini, figlio illegittimo del Duce, morto nel 1942 dopo essere stato internato per anni a causa della sua parentela scomoda.
Con l’arrivo della Prima Guerra Mondiale, il manicomio accoglie anche soldati traumatizzati dal conflitto. I suoi padiglioni ospitano veterani con gravi disordini mentali, peggiorando ulteriormente la sua reputazione di luogo di disperazione e abbandono.
Il Declino e l’Abbandono del Manicomio
Con la Legge Basaglia del 1978, che porta alla chiusura degli ospedali psichiatrici, il manicomio di Mombello viene lentamente dismesso e abbandonato. Le sue strutture, una volta progettate per il recupero dei pazienti attraverso attività lavorative e terapie, diventano simboli di degrado. Il complesso, esteso su circa un milione di metri quadri, oggi giace in uno stato di totale rovina. I muri sono crollati, i soffitti squarciati e le stanze sono diventate delle pattumiere.
Tra i corridoi in rovina, ancora oggi è possibile trovare cartelle cliniche, effetti personali, sedie e letti logorati dal tempo. L’abbandono così improvviso e rapido della struttura ha creato un’atmosfera di disordine e caos, che rende la visita al manicomio un’esperienza emotivamente intensa. C’è chi afferma di percepire ancora oggi la sofferenza che impregnava le mura di Mombello.
Un Luogo di Memoria e Mistero
Nonostante il pericolo rappresentato dal degrado della struttura, Mombello è diventato una meta per appassionati di urbex, curiosi e persino registi. Tra i set più noti, quello del film “7 Days 7 Girls” del regista Luciani Silighini, che nel 2017 ha visto Johnny Depp camminare tra i padiglioni fatiscenti. Oggi Mombello è considerato uno dei dieci luoghi più spaventosi del mondo, e chiunque si addentri nei suoi corridoi avverte una sensazione di inquietudine, alimentata dalle storie di presunte apparizioni e strane presenze.
Una delle leggende più famose che circondano il manicomio riguarda i sotterranei: chilometri di gallerie dove si dice venissero condotti esperimenti su pazienti. Si narra che i corpi di coloro che non sopravvivevano venissero gettati in un pozzo profondo 30 metri, rendendo la storia di Mombello ancora più inquietante.
Nel 2015 quattro ragazzini arrivati apposta da Brescia si persero nei sotterranei, per recuperarli fu necessario l’intervento dei carabinieri.
Un Futuro Incerto per Mombello
Negli ultimi anni, diverse proposte di riqualificazione sono state avanzate, senza però trovare una vera soluzione. La Regione Lombardia ha ipotizzato la trasformazione di due padiglioni in Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS), destinate a criminali incapaci di intendere e di volere.
Posizione urbex: