Nella campagna spagnola, a soli 20 minuti di auto dal centro cosmopolita di Madrid, si nasconde il gioiello della Tenuta Canto del Pico.
La proprietà
Questa proprietà di 100 ettari e 9 km di perimetro si trova tra la Sierra de Guadarrama e la capitale e collega i due distretti di Madrid: la zona agricola di Guadarrama e l’area metropolitana di Madrid. L’intero appezzamento è attualmente delimitato da un muro di pietra alto circa due metri.
Spesso famiglie e gruppi di amici si addentrano nella proprietà attraverso i lunghi sentieri tortuosi che conducono a enormi massi di granito e pini secolari. Poco lontano dalla tenuta c’è una palestra di arrampicata su roccia e seguendo i sentieri si raggiunge la città di Torrelodones. All’interno della proprietà si possono trovare alberi e arbusti caratteristici della vegetazione mediterranea, tra cui il leccio e la sughera. La tenuta in cui si trova è una riserva di caccia appartenente alla Comunità di Madrid.
Architettura
Il Palazzo del Canto del Pico è un edificio in stile eclettico, rappresentativo dell’arte spagnola dal XII al XVII secolo. Le colonne e i capitelli gotici provengono dal castello di Curiel, le porte sono prese dal convento delle Salesas Reales di Madrid, i soffitti in legno arrivano da Curiel de Duero, Toledo e Teruel e diversi motivi ornamentali dalla Collegiata di Logroño e da La Seo de Urgel.
Il palazzo ospitava anche il chiostro gotico della Casa del Abad, proveniente dal monastero cistercense di Santa María de la Valldigna (Simat de Valldigna, Valencia). Dopo un lungo processo di rivendicazione (iniziato nel 1998) da parte della Generalitat Valenciana nel 2006 viene acquistato dalla società e un anno dopo viene trasferito nella sua sede originaria, senza lasciare alcuna replica nel palazzo.
A circa 500 metri dall’edificio si trovano le rovine del giardino, anch’esso progettato e disegnato da José María de Palacio y Abárzuza. All’interno di questo spazio sono ancora esposti diversi pezzi architettonici appartenenti alla collezione d’arte del conte.
Oltre alla casa principale ci sono altri edifici, come la Casa del Guarda, la Peña Bermeja, le stalle e un edificio utilizzato per gli alveari. Nelle aree ricreative si trovano alcuni resti di fontane e laghetti decorati con sculture, scale che conducono a punti panoramici e terrazze con colonne.
Toponomia
La montagna su cui sorge è nota anche come Canto del Pico e l’edificio prende il nome da una scogliera di granito a forma di becco di uccello che si trova nelle vicinanze.
El Conde de las Almenas
Il palazzo è stato progettato nel 1920 da El Conde de las Almenas, terzo conte di Las Almenas e primo marchese di Llano de San Javier, come casa-museo per ospitare la collezione d’arte di José María de Palacio y Abárzuza (1866-1940). L’edificio, costruito prevalentemente in granito, viene lavorato da maestri scalpellini della zona come Mazarredo. I lavori durano due anni, dal 1920 al 1922, e sono sotto la direzione, secondo alcune fonti, dell’ingegnere Antonio Ramos, amico personale del proprietario, e del capomastro di Torrelodones Prudencio Urosa.
Il conte di Las Almenas, famoso collezionista di antichità, riutilizza nel progetto del Canto del Pico un gran numero di elementi architettonici che aveva raccolto in tutta la Spagna.
Personalità spagnole
Numerose personalità della storia spagnola sono passate tra le mura del palazzo. Il 13 dicembre 1925. lo statista Antonio Maura (1853-1925), secondo una targa commemorativa installata all’interno dell’edificio (“Scendendo questa scala, don Antonio Maura salì al cielo”) in una delle sue visite alla tenuta muore improvvisamente mentre scendeva alcune scale.
La morte della moglie
Alla morte della moglie, appartenente alla ricchissima famiglia Maroto, il conte riduce drasticamente le spese, avendo ormai esaurito gran parte del suo capitale. Nel 1928 la sua situazione finanziaria oramai aggravata lo costringe a mettere all’asta parte della sua collezione d’arte a New York.
Nel febbraio 1930, l’Accademia di Storia, in una seduta presieduta dal Duca d’Alba, dichiara il Palazzo del Canto del Pico Monumento Storico-Artistico.
La guerra civile spagnola
Durante la guerra civile spagnola, l’edifico diventa sede temporanea (dal 6 al 25 luglio 1937) del Comando militare repubblicano e punto di osservazione privilegiato da cui si potevano vedere in anticipo i movimenti delle truppe. Indalecio Prieto (1883-1962) il generale Miaja (1878-1958) utilizzano l’edificio come quartiere generale, dirigendo l’offensiva militare per liberare Madrid dalla pressione delle truppe ribelli, portando alla battaglia di Brunete.
In guerra il conte perde il suo unico figlio Ignacio del Palacio y Maroto. Questo avvenimento gli causa una grave depressione portando nel 1947 a lasciare in eredità la tenuta e il palazzo a Francisco Franco Bahamonde (1892-1975).
Nel 1955, la Corte Suprema concede alla tenuta e alla casa l’esenzione dall’imposta fondiaria urbana, in quanto si trattava di fatto di un museo statale.
L’abbandono
Dopo la morte di Franco, la proprietà passa ai suoi eredi. Sua nipote, María del Mar Martínez-Bordiú, Merry, e il giornalista Jimmy Giménez-Arnau vi si stabiliscono alla fine degli anni Settanta. Successivamente il palazzo viene abbandonato per tredici anni, periodo durante in cui la proprietà cade in uno stato di semi-rovina, come risulta dal registro delle proprietà del 1988. In questo stesso anno la società inglese Stoyam Holdings Ltd. acquista un edificio oramai completamente spogliato da ogni arredo, mobile e oggetto di valore, vittima di atti vandalici e deturpato di ogni sua cosa.
Dagli anni Ottanta, l’edificio subisce una moltitudine di furti, rapine e distruzioni dei suoi elementi scultorei e architettonici e di tutte le opere che ospitava. Il 24 luglio 1998 un incendio lo distrugge parzialmente, anche se alla fine va a interessare solo il tetto. Vano è stato il tentativo di portare la collezione di libri nell’edificio comunale.
Il palazzo è dichiarato Bene di Interesse Culturale ed è inserito nella Lista Rossa del patrimonio in pericolo che l’associazione Hispania Nostra ha iniziato a redigere nel 2006, visto il suo delicato stato di conservazione.
Secondo alcune fonti governative il palazzo avrebbe dovuto essere riabilitato insieme ad altri edifici della proprietà, quali le scuderie, le fontane e le rimesse. La società è tutt’ora in costante dialogo con gli enti governativi e i responsabili della pianificazione e sviluppo per convertire il palazzo e gli edifici circostanti in un – ahimè – lussuoso ed esclusivo boutique hotel.
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