Santa Pulcheria

Riesumate dalle catacombe Priscilla, le reliquie di una imperatrice d’Oriente giacciono ancora intatte all’interno di questa villa abbandonata..

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Provincia di Treviso

La Villa si trova nella provincia di Treviso.

Famiglia Peruzzi, Coletti, Rigamonti, Cortellazzo

I committenti della villa sono ignoti.
Nel 1700 apparteneva alla famiglia dei Peruzzi, per poi passare ai Coletti e nel 1920 ai Rigamonti. Successivamente fu acquistata dai Cortellazzo e infine dagli Istituti Riuniti di Ricovero di Treviso.

La proprietà è costituita dalla Villa signorile del seicento e dall’oratorio della natività di Maria (quest’ultimo ultimato nel 1758).

ELIA PULCHERIA, IMPERATRICE D’ORIENTE

Elia Pulcheria Appartiene alla Dinastia Teodosiana. Figlia di Arcadio e di sua moglie Elia Eudossia, e nipote dell’Imperatore Teodosio I il Grande, Pulcheria era sorella maggiore di Teodosio II. Quando questi salì al trono nel 408 era solo un bambino: la reggenza venne presa dal potente prefetto del pretorio Flavio Antemio, ma nel 414 Pulcheria divenne imperatrice e assunse la reggenza. Fece voto di castità, per evitare di essere obbligata a sposare un generale germanico, tra i quali, come primo pretendente, vi era l’alano Ardaburio Aspare.

Conversione al Cristianesimo e Guerra alla Persia

Dal 416 Teodosio II iniziò a regnare da solo, ma sempre sotto la forte influenza della sorella. Nello stesso anno Pulcheria fece rimuovere al fratello tutti i pagani impiegati nell’amministrazione civile; ella era cristiana devota, e sotto la sua influenza sia Teodosio II che sua moglie Elia Eudocia si convertirono al Cristianesimo. Nel 421 Teodosio II dichiarò guerra alla Persia con la motivazione che Pulcheria aveva suggerito: la persecuzione da parte dei Persiani nei confronti dei cristiani. Pulcheria non si oppose invece all’Arianesimo, la forma di Cristianesimo esercitata dalle tribù germaniche.

L’imperatrice inoltre convinse suo fratello a cacciare gli Ebrei da Costantinopoli e a distruggere le sinagoghe ivi edificate.

Nel 451 Pulcheria contribuì ad organizzare il concilio di Calcedonia per condannare il nestorianesimo.

Pulcheria fece costruire molte nuove chiese a Costantinopoli, molte delle quali consacrate alla vergine Maria. L’imperatrice morì nel luglio del 453 e successivamente venne riconosciuta come santa dalla Chiesa Cattolica e della Chiesa ortodossa. Nel Martirologio Romano è ricordata il 10 settembre.

Nel Maggio 2020, su autorizzazione della proprietà e della diocesi le reliquie sono state spostate nella Chiesa Parrochiale per essere conservate e protette.

Esplorazione urbana

Al tramonto inoltrato,
ci incamminiamo per il viale alberato,
alla ricerca del sacro graal e dell’oratorio fatato.

Al nostro arrivo la villa è affollata e assalita da ben due diversi gruppi di esploratori. La villa, quasi fosse una modella che sfila, si mostra in tutta la sua eleganza. Ci affrettiamo tutti a far fotografie prima che la luce del sole ci abbandoni e i non morti risorgano dall’oltretomba.

Nell’oratorio troviamo ancora in buone condizioni il finto scheletro di Santa Pulcheria, anche se l’osso (unica probabile reliquia) è stata rubata tempo addietro. In passato era consuetudine infatti sostituire ossa e teschio con altri recuperati nei cimiteri o catacombe.

All’arrivo del secondo gruppo Urbex abbiamo l’occasione di rivedere un vecchio compagno di esplorazioni, e con grande sorpresa di tutti ci salutiamo con gioia e esultanza.

Passato l’oratorio ci dirigiamo nella villa, laddove l’oscurità ha già preso il sopravvento. A portare luce sono le nostre torce e fotocamere. I mobili e i muri, quasi sotto una reazione allergica, si ritirano. Non siamo i benvenuti forse? Oppure non sono abituati a così tanta gente in un solo momento?
“Dobbiamo trattare questo luogo con delicatezza” ripeto tra me e me.

Il mobilio e l’arredamento sono ancora tutti in buona condizioni, anche se ricoperti da diversi centimetri di polvere.
Ciò che rimane di questa Villa è un ricordo lasciato dagli Istituti Riuniti di Ricovero di Treviso con ovunque lettini per pazienti e icone di santi.

Nella cucina troviamo tovaglioli ricamati, tazzine per il te e cucchiaini per lo zucchero. Negli armadi vestiti e federe per i cuscini, con letti e fotografie tutte in ordine. Opera di altri urbexer? Può darsi.

In una stanza al posto dello specchio sopra al lavandino c’è la foto di Gesù Cristo, tanto per far sentire da Dio chi si lava la faccia alla mattina.

Vasi con fiori sono sparsi per tutto l’edificio, e altri invece accatastati sul pavimento. Ad accompagnare i fiori ci sono pile di libri ancora in buono stato.

Una decina di minuti dopo l’avvento del buio decidiamo di avviarci anche noi, consapevoli del fatto di aver iniziato l’anno nuovo con il botto.

Posizione villa abbandonata:

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