Nell’alta regione montuosa del Pamir, a un centinaio di metri dal confine Afghano, si nasconde un cimitero (khokiston o kabriston in lingua locale) abbandonato risalente al 1500. Ad essere sepolti sotto questi tumuli di terra sono prevalentemente afghani e, in base a com’erano sistemate le pietre sopra ogni tomba, si poteva capire se ad essere sepolti erano degli uomini o delle donne.
Accanto al cimitero si può scorgere una casa in pietra costruita con la tecnica del muro a secco. Leggende narrano che in questa abitazione (di cui oggi rimangono in piedi solo le quattro mura) fosse luogo di riflessione di Nosiri Khusrav, uno dei poeti, teorici e missionari più importanti del pensiero ismailita persiano dell’XI secolo. Nosiri è chiamato con grande venerazione “Pir” o “Shah Sayyid Nasir” dalla comunità ismailita del Badakhshan (area divisa tra Afghanistan e Pamir) e del nord del Pakistan.
La vita di Nosiri Khusrav
Nosiri Khusrav nasce nel 1004 nei pressi di Qobadiyan, vicino alla città di Balkh, nell’attuale Afghanistan settentrionale. I resoconti storici suggeriscono che abbia avuto alcuni legami con Chaghri Beg Daud, uno dei primi governanti della dinastia selgiuchide.
All’età di 42 anni, sperimenta un sogno che gli cambia la vita e che accende in lui il desiderio di cercare delle risposte definitive ai suoi turbamenti e alle sue incertezze interiori. Ed è così che abbandona tutto ciò che conosce per intraprendere un lungo viaggio.
I suoi viaggi lo portarono in Persia, in Siria, in Palestina e in Arabia, conducendolo infine in Egitto. L’Egitto, a quel tempo, era sotto il dominio della dinastia ismailita dei Fatimidi, che dal 973 aveva instaurato una teocrazia e che rappresentava una sfida significativa all’autorità dei califfi abbasidi di Baghdad.
Durante la permanenza in Egitto si ritiene che sia stato indottrinato alle credenze “eretiche” dell’ismailismo, una corrente estremista dello sciismo. Al suo ritorno nelle regioni orientali della Persia intraprese un’intensa missione da propagandista e missionario (dāʿī).
E fu così che Nasir diventa padre fondatore e figura chiave nella diffusione dell’ismailismo in Asia centrale. Il suo viaggio è documentato nel suo Safarnama, noto anche come “Libro del viaggio”, e costituisce una preziosa testimonianza delle sue avventure.
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