All’improvviso vidi un maestoso barbagianni d’altri tempi; balzando e scuotendo le ali si librò in aria, puntando in direzione opposta alla mia.
Posizione
Oggi Stalker si trova a Thaton, Birmania. L’edificio abbandonato é situato a fianco della banca Kbz, a un centinaio di metri dalla Shwe Sar Yan pagoda.
Per entrare dentro risulterà più facile chiedere al negozio di ferramenta lì vicino se vi lascia passare attraverso il suo cortile.
!!Attenzione perché il tetto, il pavimento del piano terra e del piano secondo sono parzialmente crollati!!!
Descrizione
Esausti dalla strada che porta dalla Thailandia fino a Yangoon, ci fermiamo esattamente a metà strada nella città di Thaton.
Dopo aver fatto un salto nella Pagoda e aver fatto qualche acquisto nel mercato locale, ci dirigiamo verso la banca per prelevare dei soldi. In quel momento ecco che appare questa bellissima casa in stile coloniale britannico.
Cerchiamo un’entrata che sia non in vista ed è così che capitiamo dentro un negozio di ferramenta.
“Sorry, might we use your courtyard in order to reach the house behind yours?” Chiediamo alle commesse.
Non capendo l’inglese a gesti riusciamo a far capire che vogliamo visitare questa casa abbandonata.
Pochi secondi dopo mi ritrovo dentro al suo cortile, in mezzo a rovi, rose e qualsiasi altro che si attacca con le sue spine alle mie gambe e non vuole lasciarmi andare.
La porta sul retro è aperta e il tetto parzialmente crollato. L’interno è completamente vuoto, con il pavimento totalmente mancante.
Per muovermi devo passare da trave a trave, camminando in bilico e saltando per raggiungere il primo gradino delle scale.
Anche queste ultime sono malmesse, in stato precario e mancano di alcuni gradini. Lentamente mi muovo verso il primo e l’ultimo piano della casa.
Arrivato all’ultimo gradino non sono molto fiducioso nel lasciarlo e avventurarmi in questo solaio.
Quasi fossi dentro uno scolapasta, evito alcuni buchi e giungo alla stanza successiva dove un rumore di battito d’ali mi fa rizzare le orecchie. I miei occhi vedono qualcosa librarsi in aria e subito ne percepiscono la grandezza.
“Un Colombo non può essere, quindi?…” dico tra me e me.
Di colpo esce dalla porta davanti a me, entrando nella stanza successiva.
Seguo l’uccello guida che si rivela essere un barbagianni. Con gli occhi pieni di paura mi fissa dalla trave in alto. Non sapendo dove andare, vola di stanza in stanza aggrappandosi alle inferriate delle finestre. L’unica via di uscita per lui è il piano inferiore da dove probabilmente è entrato.
Aggrappandosi con gli artigli all’inferriata, cerca invano una via di fuga. I suoi occhi color giallo risplendono in contrasto con la vetrata verde.
Mi appresto a lasciare la casa, scusandomi per aver disturbato il guardiano del luogo.
Ritornando sui miei passi distinguo alcune piume del volatile, sparse per il pian terreno fino alla porta d’ingresso. Saluto e scompaio nella luce abbagliante di mezzogiorno.