Surfando nella Galassia

Durante la nostra ricerca per attraversare da un lato all’altro l’isola tropicale di Koh Chang, c’imbattiamo in questo imponente relitto abbandonato. Non ci lasciamo scappare l’occasione per farci un giro dentro la nave!

L’isola di Koh Chang

L’hotel-nave abbandonato si trova nella punta estrema sud di Koh Chang. Proprio quando finisce la strada, troverete questo resort dove per entrare sarete obbligati a pagare 100 baht. Del resto la definizione di special resort dice tutto. Esclusivo per alcuni, inclusivo per altri, i proprietari impongono una tassa di 2,50 € a chiunque non ci abiti.

Quindi che fare?

Aggirate la postazione attraverso una piccola stradina che parte dal villaggio di Haad Klong Koi  che dopo una serie di ostelli finisce davanti un cancello. Passate di lato cercando di non cadere nel fossato e poi seguite una stradina che prima vi condurrà a una batteria di motoscafi abbandonati, poi alla nave vera e propria.

Passerete in mezzo a delle case in legno galleggianti, inclusi chalet e barche di pescatori che  sembrano abbandonate, ma in realtà non lo sono. Non preoccupatevi, nessuno vi chiederà se avete comprato il ticket. Dovrete fare solamente attenzione a quando entrerete dentro la nave in quanto l’accesso è proibito e la multa ammonta a 3000 baht. L’entrata è possibile dal lato meno scoperto dell’albergo, attraversando alcune barricate di legno che prima coprivano interamente la finestra di una camera.

Potrete far uso del wi-fi gratuito in tutta la proprietà.

Hotel-nave Galaxy 

“The galaxy”, ovvero il nome dell’hotel nave, è stato per lungo tempo un albergo di lusso nella baia di Ao Bang Bao, nell’isola di Koh Chang, Thailandia.

Il prezzo medio per una stanza a notte negli chalet è di 50 euro.

Secondo un blog di viaggiatori, il prezzo per una stanza nel galaxy hotel ammontava a 699 baht, l’equivalente di 20 euro.

Il Galaxy era una vera e propria nave che a causa di una falla è stata trasformata in hotel. Appartiene a un resort ancora più grande che chiuse qualche anno prima in circostanze ancora sconosciute.

Secondo altri fonti la nave è stata deliberatamente affondata sulla costa ovest della spiaggia di Bang Bao.

Riportiamo pari pari dall’inglese la descrizione dell’hotel trovato in un volantino riguardante la Grand Lagoona.

Un hotel galleggiante a sette piani, completo di tutti i tipi di servizi equivalenti a quello di un hotel a 5 stelle, alla deriva nelle acque cristalline del Laguna nei pressi del mare prettyblue, fornisce uno scenario quasi mozzafiato.

The Galaxy, riconosciuto come il più moderno hotel galleggiante della Thailandia, include 105 stanze di tipo superiore, 300 posti nella stanza dei seminari, 30 posti nelle 6 sali riunioni e 200 posti nella sala da pranzo. Dal piano superiore è possibile godere di una magnifica veduta dei dintorni, specialmente del mare durante il tramonto, e guardare le stelle durante la notte.

Come mai questo hotel è stato abbandonato?

Una possibile risposta potrebbe venire dal fatto che col passare del tempo l’hotel ha incominciato a collassare e il proprietario non aveva abbastanza soldi per restaurarlo. Inoltre l’albergo non risultava più molto popolare, il tutto dovuto a una mancanza di adeguate infrastrutture. Oltretutto nelle referenze è possibile leggere molte cose negative riguardanti lo staff, prezzi troppo alti per il cibo, prezzo e qualità inesistente, insetti che corrono indisturbati attorno ai letti.

Un’ altra versione potrebbe essere addebitata all’invasione di ratti e locuste assieme all’odore maleodorante proveniente dalle pozze d’acqua stagnante e dai laghetti tutto attorno.

Un’altra fonte riporta la chiusura dell’hotel dovuto all’accidentale caduta di un ospite russo dall’ultimo piano della nave.

Esplorazione urbana nella nave abbandonata

Lasciamo la giungla, passando a lato del cancello con gli zaini che pesano sulle nostre spalle. La strada va in mezzo a degli arbusti per poi continuare su una asfaltata. Passa un minuto e immediatamente alla nostra sinistra notiamo delle barche con dei teli sopra. Ci avviciniamo ed ecco il nostro primo luogo abbandonato.

Un totale di sei motoscafi, alcuni più grandi e altri più piccoli, giacciono in mezzo all’erba. Con una certa dose d’immaginazione è possibile farsi una piccola gita tra le acque del golfo della Thailandia. Parlo d’immaginazione perché oramai del motore e dell’elica non rimane nient’altro che un cumulo di ruggine.

Proseguendo per la strada Incontriamo dei bellissimi laghetti artificiali in mezzo al verde del prato.

A lato ci sono delle case in legno, alcune abitate da turisti, nonostante la proprietà sembri abbandonata da decenni.

In mezzo a questi laghetti troviamo altre tre barche in legno e quasi come se volessero indicarci la direzione giusta con la prua, ci guidano verso la “regina” delle navi.

Poco distante dalla direzione troviamo l’enorme relitto abbandonato. Così enorme che per fare la foto e prenderlo tutto dobbiamo allontanarci di una cinquantina di metri.

La sua imponenza non ci spaventa, cerchiamo una entrata sicura da dove entrare per poter  esplorare il relitto. Cerchiamo dal lato opposto della direzione meno in vista e senza dare nell’occhio ci immergiamo nel l’erba alta.

Il primo ostacolo consiste nel passare dei cavi ad alta tensione, con un cartello ben in vista che c’invita a non avventurarci dentro.

Subito dopo ci arrampichiamo sopra una ringhiera che ci porta su una specie di pedana laterale alla nave. Da qui si può facilmente fare il giro della nave e raggiungere la poppa.

Sempre dal lato est della nave vediamo il cartello: “forbidden to entry, 3000 baht fee”. Proprio lì vicino, come se avessero fatto apposta, una finestra lasciata aperta con delle barricate in legno mezze distrutte.

“Bene, io entro. Tu aspettami qui con gli zaini” comunico a Nastia.

Cinque secondi dopo eccomi qui dentro, con l’oscurità che mi avvolge piano piano. I letti, le lenzuola e perfino la televisione, tutto rimane avvolto in una capsula spazio temporale.

Quando esco dalla stanza il corridoio sembra non avere una fine. Le porte rispettivamente alla mia sinistra e alla mia destra non mi mostrano alcuna via d’uscita. Tutte sono chiuse, decido di spingere fino ad aprirne una. La situazione si ripete come quella di prima. Letto, televisione, lenzuola e bagno.

“Potrei perfino passarci la notte dentro questo hotel” penso tra me e me.

Salgo le scale piano piano, accovacciandomi il più possibile quando passo vicino alle finestre. Il primo piano è molto simile al piano terra. Corridoio, stanze e ascensore. Mi muovo più velocemente e decido di salire di alcuni piani.

Riesco a salire fino al quinto senza problemi, intrufolandomi  nella zona riservata allo staff.

Molte cose interessanti e molti oggetti sono stati abbandonati. Calendari, telecomandi, chiavi, documenti, addobbi, vestiti e quant’altro. Nella stanza vicina invece è pieno di posate e piatti. Questo si ripete anche nel sesto e settimo piano.

Nel mezzanino trovo una stanza enorme con delle sedie, dei tavoli e un salone bar. Questo mi fa pensare alla sala da pranzo. Poco vicino una porta conduce alla cucina.

Ai piani alti i corridoi si fanno più lussuosi, con il carpet di color azzurro che ricopre il pavimento.

Facendo attenzione a dove si cammina si può visitare il pontile della nave e goder di una bella veduta dall’alto. Nessuno in vista ma la prudenza non è mai troppa. Mi accovaccio e come un Marines mi avvicino alla prua.

Uno, due, cento passi ed ecco che riesco a vedere la spiaggia, il mare, la baia e gli isolotti in lontananza.

A ritroso ritorno al primo piano, dove faccio la bella conoscenza con un piccolo tempio a ridosso dell’entrata principale (tutt’ora chiusa con più lucchetti e catenacci).

La stiva della nave è completamente al buio. Buio che mi avvolge e mi fa sprofondare negli abissi più profondi. Spengo la luce e sento il cuore pulsante della nave. Rimbomba quasi fosse un tamburo, passando di parete in parete, attraversando l’acciaio e la carne.

Passo oltre ai bagni fino ad arrivare a una stanza vuota. Faccio retromarcia per ritornare da dove sono entrato. Scavalco la finestra tuffandomi nel mare di cemento.

Dopo questa gita in nave non avrò più bisogno di alcun traghetto o visita guidata alle isole vicino. Ho trovato il posto perfetto, con un posto dove dormire e una spiaggia senza alcun turista.

Posizione urbex:

2 thoughts on “Surfando nella Galassia

  • Ciao anche io ho visitato ma solo esternamente tutto il complesso che sembra stato abbandonato da un momento all altro. Sono rimasto incuriosito e volevo saperne di più, voci mi hanno detto che è stato abbandonato dopo lo tsunami che ha colpito la zona, altri che era un grande resort costruito da un ricco generale che alla separazione con la moglie ha ceduto tutto a lei che ha mandato in malora in poco tempo il complesso! Voi non avete scoperto altro? Peccato non aver fatto le foto delle altre barche/appartamenti ormeggiate nella laguna. Quando ho chiesto io c’era ancora la possibilità di soggiornare in alcune di esse con un prezzo però molto alto circa 100 euro a notte! Bella anche la piscina abbandonata un gran peccato la spiaggia e il mare bellissimi

    • Ciao!
      Sì, girano molte leggende. Purtroppo siamo a conoscenza solo di quello che abbiamo trascritto nell’articolo.
      Oh, dev’essere stato molti anni fa. Mi piacerebbe ritornarci un giorno per accamparmi e godermi il clima rilassato dell’isola Thailandese.

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