Non sopporto la vita di caserma, dormire con un branco di uomini che russano, non sopporto essere svegliato da un cazzone che suona la tromba, e non mi va di indossare una ruvida camicia verde-oliva. Ho la pelle molto sensibile.
Posizione
L’ex caserma si trova in Romania a un centinaio di metri prima del valico di frontiera Vama Veche- Durankulak, sul lato interno del confine rumeno-bulgaro. Troviamo un’entrata facile facile: si può passare attraverso le sbarre del cancello principale (se si è abbastanza piccoli e magri) oppure direttamente scavalcarlo. Ricordatevi di fare attenzione alle truppe di militari che ogni tanto pattugliano la zona.
Descrizione
L’erba è molto alta, il tempo è poco e la mia gamba sinistra è ancora infortunata dopo l’esperienza fatta a Chernobyl. Inoltre, alla fine dell’esplorazione, avrò entrambe le gambe piene di zecche.
Lascio perdere la parte dei ripostigli e del garage essendo l’erba troppo alta e tutta bagnata, così mi dirigo subito verso gli edifici principali. Un piccolo pezzetto di strada sterrata per fortuna è rimasta. La percorro tutta finché non arrivo davanti a una porta fortunatamente lasciata aperta. Eccomi dentro a questo casolare, vuoto e polveroso, a soli 100 metri dal confine bulgaro. Le pareti sono di un bianco-giallastro scolorito dal tempo che contrasta col blu delle porte. Due stanze, all’interno di ognuna una stube che risente del passare degli anni. Dentro un’altra stanza degli scaffali e mobili vuoti. Di loro rimane solo lo scheletro. Ecco la stanza dove si faceva il tiro al bersaglio. Bossoli di proiettile sparsi ovunque, sagome e cartelloni per il tiro a segno e cinturoni per tenere le pistole. Provo a cercare documenti o qualsiasi altro pezzo di carta che attesti a quando risale l’abbandono. Nisba.
Ecco che mi muovo e raggiungo l’edificio vicino. probabile che questa fosse la zona notte dove i militari si riposavano. Dentro ci sono solo due stanze belle grandi. A terra ciò che rimane di un lampadario e una scatola di metallo, con all’interno qualcosa che non riesco proprio a riconoscere (un porta-proiettili forse?). Nell’altra stanza accanto una porta sfondata, lasciata a terra e coperta dalla polvere. Affianco lo scheletro di quello che prima poteva essere un letto mentre al muro appeso c’è il poster di una bambina che raccoglie dei fiori. Il tutto illuminato dalla fioca luce che filtra attraverso il vetro sporco della finestra.